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domenica 1 settembre 2013

155


L'Alfa Romeo 155 (numero di progetto 167) è una berlina di segmento D prodotta dall'Alfa Romeo tra il 1992 ed il 1997 nello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco.
Lanciata per sostituire l'Alfa 75 (che, tuttavia, rimase in produzione nelle versioni "1.6 i.e." e "2.0 TD" fino alla fine del 1993), la 155 abbandonava lo schema classico delle medie Alfa Romeo (motore longitudinale e trazione posteriore, con cambio e differenziale in blocco al retrotreno) per adottare una configurazione a trazione anteriore e sospensioni a 4 ruote indipendenti. Fu anche la prima vettura di classe media dell'Alfa ad abbandonare lo storico stabilimento Alfa Romeo di Arese, per essere prodotta presso quello di Pomigliano d'Arco.
L'Alfa Romeo 155 adottava il pianale di Tipo, Tempra e Lancia Dedra, questo fu migliorato e irrigidito per essere in grado di sopportare le sollecitazioni di una "cavalleria" più generosa. I motori 4 cilindri 8 valvole Twin Spark della prima serie erano derivati dal 2.0 Twin Spark della 164 (bialbero Alfa Romeo), mentre i Twin Spark 16 valvole della seconda serie, nonostante il variatore di fase e la doppia accensione, derivavano dai Pratola Serra montati su altri modelli del gruppo Fiat; di origine Fiat anche il 2.0 turbo 16v, mentre il 6 cilindri era lo storico V6 Busso 12 valvole Alfa Romeo. Aggressiva la linea, i designer Alfa risolsero la difficile sfida di distaccare l'estetica da quelle di Fiat e Lancia: prova ne furono lo sbalzo anteriore della carrozzeria, e la coda massiccia. I gruppi ottici anteriori erano molto stretti, la linea di cintura alta e le fiancate percorse da profonde scalfature di alleggerimento che riuscirono a conferirle la proverbiale linea a "cuneo". Sportivi anche gli interni con una posizione di guida ottimale.
Presentata in anteprima a Barcellona in gennaio, e definitivamente nel mese di marzo del 1992 a Ginevra la 155 era, inizialmente, disponibile in 4 versioni, tutte con motore a benzina. Due erano mosse dai 4 cilindri bialbero Twin Spark, dotati di alimentazione a iniezione e variatore di fase, di 1773 cm³ (126 CV) e 1995 cm³ (141 CV), mentre le altre due erano rispettivamente la versione "V6", spinta dal classico V6 Busso a iniezione di 2492cc da 163 CV, e la "Q4", dotata di trazione integrale ed equipaggiata con un 1995cc turbo 16v da 192 CV derivato dalla Lancia Delta Integrale. Nel 1993 la gamma venne completata con l'introduzione della versione "1.7 Twin Spark" e da due versioni a gasolio "1.9 Td" e "2.5 Td". La "1.7 Twin Spark" differiva dalla "1.8 Twin Spark" per la cilindrata leggermente ridotta (1748cc), l'assenza del variatore di fase, la potenza inferiore (114 CV), i paraurti neri e gli allestimenti semplificati. La "1.9 Td" era spinta dal noto 4 cilindri turbodiesel Fiat di 1929cc da 90 CV ed era identica per esterni e allestimenti alla "1.7 Twin Spark", mentre l'altra era mossa da un 4 cilindri turbo della VM Motori di 2499cc da 125  CV ed aveva lo stesso allestimento della 2000 benzina.
Nel 1995 un leggero restyling esterno (paraurti, ora verniciati su tutte le versioni, parafanghi allargati sia sull' anteriore che sul posteriore, "scudetto" della calandra anteriore cromato e con la griglia non più a filo ma indietreggiata di alcuni cm donando un senso di profondità) ed interno (ritoccata la strumentazione, non più presenti i poggiatesta schiumati e forati) diede origine alla seconda serie. Inoltre, il vecchio 2000 Twin Spark ad 8 valvole lasciò il posto ad una nuova unità di 1970cc sempre con doppia candela e variatore di fase, ma con una testata a 16 valvole e una potenza di 150 CV. Da segnalare che il 2000 16V TS aveva basamento modulare di tipo Pratola Serra, nel senso che aveva 4 dei 5 cilindri del 2400 20V 5 cilindri della Lancia K: in questo modo cilindri, valvole, eccentrici e camicie provenivano direttamente dagli altri motori Fiat, il basamento era di ghisa e la distribuzione a cinghia dentata, non a catena come i vecchi bialbero di Arese. Il 2000 Twin Spark 16v dunque era profondamente diverso dal 2000 TS 8V, tutto di alluminio e prodotto ad Arese.
Le ultime innovazioni si ebbero nel 1996, quando vi fu l'introduzione dei nuovi Twin Spark 16 valvole di 1598cc (120 CV) e 1747cc (140 CV) strettamente imparentati con l'unità da due litri. L'auto ottenne riconoscimenti per gli ampi successi sportivi. Durante quegli anni la 155 dovette confrontarsi sul mercato automobilistico con modelli quali Audi A4, BMW Serie 3, Citroën Xantia, Ford Mondeo e Mercedes-Benz Classe C. Uscì di produzione nel 1997, sostituita dalla 156.
L'Alfa Romeo 155 è stata utilizzata, fin dal suo debutto, dalla Polizia, dall'Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza come vettura di servizio.
Nel 1992 venne prodotta, in onore della Giulia GTA, la 155 GTA: trazione integrale permanente, motore 2 litri turbo con testata plurivalvole capace di erogare 400 CV, intercooler raffreddato con getto d'acqua nebulizzato, cambio 6 marce e impianto frenante derivato dalla Formula 1. Questa meccanica era in gran parte basata su quella della Lancia Delta Integrale Evoluzione, che dominava i rally proprio nello stesso anno. Il design della vettura fu affidato a Carlo Gaino dello studio Synthesis design. Con questa vettura l'Alfa Romeo gareggiò nel Campionato Italiano Superturismo conquistando il titolo con Nicola Larini e occupando i primi 4 posti in classifica frutto di 17 vittorie ottenute dai suoi piloti nell'arco delle 20 manche disputate.
Nel 1993 però i regolamenti cambiarono, e la 155 GTA divenne inutilizzabile per il Campionato Italiano Superturismo. Fu utilizzata perciò come base per la costruzione della 155 V6 TI, rispondente ai regolamenti FIA classe D1: spinta da un motore 2.500 V6 – con angolo tra le bancate di 60º, che erogava oltre 420 CV a 12.000 giri/min – e dotata di una sofisticata trazione integrale, la V6 TI era a tutti gli effetti un prototipo con telaio tubolare e cambio sequenziale. L'Alfa Romeo partecipò al DTM 1993 con 4 vetture, battendo la concorrenza tedesca di Mercedes-Benz, Opel e BMW. La 155 V6 TI vinse gran parte delle gare (12 su 20) ed il campionato costruttori, mentre Nicola Larini si laureò campione tra i piloti. Contemporaneamente, per i campionati di classe D2 che prevedevano una minore elaborazione rispetto ai modelli di serie, l'Alfa approntò la 155 Ts D2 sulla base del motore 2.0 litri Ts di serie. Con questa vettura prese parte al Campionato Italiano Superturismo ma il ritardo nei collaudi dovuta alla maggior concentrazione di sforzi sulla vettura per il DTM costrinse la casa del Biscione a saltare il secondo appuntamento del campionato. Nonostante questo il suo alfiere Grabriele Tarquini rimase in lotta per il titolo fino alla fine lottando contro Bmw e Peugeot.
Anche nel 1994 la V6 TI, in versione evoluta rispetto all'anno precedente, ottenne la maggior parte delle vittorie (11 su 20) nel campionato DTM senza però riuscire a conquistare il titolo che andò alla Mercedes-Benz con la nuova Classe C con la quale Klaus Ludwig si dimostrò più costante nel marcare punti ad ogni gara. Nella classe D2 l'impegno si allargava dal Campionato Italiano a quello Britannico BTCC e a quello spagnolo, il CET. Grazie all'omologazione stradale di un modello in serie speciale, denominata Silverstone in onore allo sbarco nel BTCC, dotata di appendici aerodinamiche regolabili, la 155 D2 poté usufruire dei vantaggi di questa soluzione e fu subito seguita dalle altre case che inizialmente tentarono di osteggiarla costringendola a non partire in un round del campionato inglese. A fine anno però Gabriele Tarquini e Adrian Campos si laurearono campioni nel BTCC e nel CET rispettivamente con 8 e 4 vittorie di manche e Antonio Tamburini giunse 2º nel Campionato Italiano con una vettura semi-ufficiale (6 vittorie).
L'Alfa Romeo preparò per il 1995 una vettura praticamente nuova per il DTM, carica di tecnologia elettronica avanzata (come un sofisticato sistema ABS con sensore laser nel sottoscocca). Pe quanto riguarda le prestazioni della nuova 155 V6 TI, essa si dimostrò veloce in qualifica, ma era sovente penalizzata in gara proprio dalla sua sofisticazione, che la rendeva davvero poco affidabile. La sua livrea, passò dal rosso Alfa Romeo, all'eleganza del bianco Martini Racing. Nel tentativo di perfezionare questa vettura, la 155 D2 risentì della mancanza di sviluppo e dell'assenza di programmi ufficiali per le corse. Nel Campionato Italiano l'Alfa di Tarquini fu ritirata a metà stagione e il pilota utilizzato per gare spot negli altri campionati, tra cui BTCC e DTM. Nel campionato inglese, dopo le polemiche dell'anno precedente, corsero due 155 non ufficiali che non ottennero risultati di rilievo, mentre in Spagna continuò ad ottenere successi, a vincere il campionato questa volta fu Luis Villamil e ben figurarono anche gli altri piloti Alfa, Campos e Francia.
Nel 1996 – anno in cui il DTM si trasformò in ITC – la 155 V6 TI venne ulteriormente affinata dal punto di vista motoristico (con un nuovo motore V6 derivato dal motore V8 della Montreal, con angolo tra le bancate di 90º e potenza di 490 CV) e abbandonando un po' della sua troppo sofisticata elettronica, arrivò ad un soffio dalla vittoria nel campionato costruttori, perso per soli 9 punti all'ultima gara contro la Opel Calibra V6 4x4, nonostante l'Alfa avesse vinto più gare di tutti in quella stagione (10 su 26 di cui 7 con Alessandro Nannini) alla fine relegato al 3º posto in campionato dai troppi punti persi a causa di ritiri e della squalifica dalle due manche corse al Nurburging. Terzo quell'anno fu anche Fabrizio Giovanardi, pilota Alfa nel campionato italiano superturismo, che ottenne anche 2 vittorie. In quell'anno prese parte anche ad alcune gare del CET spagnolo dal quale l'Alfa si era ritirata ed ottenne 3 vittorie e 3 podi sulle 8 manche alle quali partecipò.
Il 1997 è l'ultimo anno di corse per la 155 nella categoria superturismo prima di passare il testimone al nuovo modello di casa Alfa, la 156. Chiuso il campionato ITC perché troppo costoso per le case automobilistiche (il DTM riprese solo nel 2000), l'Alfa Romeo poté concentrarsi sulla vettura D2 schierata dalla scuderia Nordauto. Nel campionato italiano con alla guida il pilota ormai punto di riferimento Fabrizio Giovanardi, l'Alfa 155 contese il titolo piloti ad Emanuele Naspetti con la ben più nuova BMW 320i, con 6 vittorie e altri piazzamenti sfiorò il titolo nel campionato costruttori che rimase aperto fino all'ultima gara. Contemporaneamente la partecipazione al campionato spagnolo portò a 3 vittorie di Giovanardi e 1 di Tamburini con la conquista di entrambi i titoli a fine anno. In Sudamerica, una 155 semi-ufficiale gestita sempre dalla Nordauto e pilotata da Osvaldo Lopez, a seguito di numerosi piazzamenti sul podio e della vittoria sul circuito di Londrina si classificò prima in campionato a pari merito con la Bmw di Oscar Larrauri. L'anno seguente confermò la competitività di una vettura ormai datata con il 3º posto sempre nel campionato sudamericano.


147





L' Alfa Romeo 147 (Progetto 937) è un modello di automobile costruito dalla casa automobilistica Alfa Romeo negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco (NA). La 147, appartenente al segmento delle compatte a due volumi tre o cinque porte, sostituisce nella gamma la 145 e la 146.
Lanciata sul mercato italiano nell'ottobre 2000 nella versione a tre porte, seguita pochi mesi più tardi dalla versione a cinque porte dopo la presentazione al Salone dell'automobile di Ginevra del 2001,[1] ottenne subito un buon successo di critica e di pubblico che la portò ad aggiudicarsi nel 2001 il titolo di Auto dell'anno.
È uscita di produzione nel 2010 sostituita dalla nuova Alfa Romeo Giulietta.
Il design della 147, ideato dai due designer Walter Dè Silva e Wolfgang Egger, si caratterizza per il frontale, in cui è riportato il classico trilobo Alfa Romeo dove spicca lo scudo Alfa Romeo centrale, e per la parte posteriore, in configurazione hatchback con ampio portellone.
Nell'ottobre 2004 la vettura è stata sottoposta ad un restyling, ad opera del solo Egger, che ha interessato soprattutto la parte anteriore e posteriore della vettura.
La linea è rimasta quasi invariata per quanto riguarda le fiancate; le modifiche hanno riguardato in particolar modo la parte anteriore e, in misura minore, il posteriore: è presente una nuova calandra, ribassata, di maggiori dimensioni e arricchita da fari di nuovo disegno, più classico rispetto ai precedenti. I proiettori, ora a forma di goccia, presentano una palpebra di vetro comprensiva di tre elementi circolari cromati su fondo nero; la presa d'aria sotto al cofano nella prima versione era divisa orizzontalmente, in quella successiva invece presenta una divisione verticale con le parti più esterne che ospitano anche i fendinebbia.
Nella parte posteriore i designer hanno ridisegnato il portellone e hanno apportato interventi leggeri sui fanali posteriori: i gruppi ottici si allungano in una configurazione più triangolare, sottolineati da una modanatura cromata.
All'interno la Nuova Alfa 147 conferma la sportiva e ribassata posizione di guida precedente mentre sono stati introdotti nuovi colori per la plancia bicolore: grigio su grigio e blu su grigio. Questi due abbinamenti vanno ad aggiungersi ai classici nero su nero, nero su grigio, nero su beige, anch'essi però rinnovati grazie all'introduzione di un goffrato più raffinato di grana "bufalo d'acqua". Nuova anche la grafica della strumentazione, nuova la sellatura a "cannelloni" dei sedili e del pannello della porta ed un inedito design dei poggiatesta posteriori che vengono ribassati per consentire maggiore visibilità.
Nel mese di novembre 2005 nasce la 147 serie 2, con ridotte differenze di contenuto rispetto alle precedenti. L'allestimento Progression a tre porte non ha più lo spoiler di serie, mentre tutti gli allestimenti Distinctive vengono dotati dei comandi radio al volante. Anche la versione Exclusive viene aggiornata nell'allestimento, mantenendo le ruote da 17" e sostituendo tutti i contenuti precedentemente elencati con il Connect Nav+ ed i comandi radio-telefono al volante.
Nel settembre 2006 viene invece presentata la 147 serie 3. Nulla varia sul fronte degli allestimenti e dei motori; la novità consiste nel ritorno dei baffi cromati sul frontale, scomparsi sul restyling; inoltre la griglia frontale è cromata ed è presente una cornice cromata sulla calandra; sparisce invece la modanatura cromata presente sulla parte inferiore del portellone posteriore. Vengono inoltre rivisitate alcune serie speciali.
A Novembre 2008 viene invece messa a listino la 147 cinque porte Serie 4.
Per questa vettura è stata adottata una soluzione particolarmente sportiva nonché costosa per la sua categoria, che difatti deriva da quella della sorella maggiore, l'Alfa Romeo 156, con sospensioni a doppio quadrilatero alto deformabili nella parte anteriore e MacPherson in quella posteriore. Soluzioni solitamente utilizzate per vetture di fascia molto più alta. Compromesso, come per la sorella maggiore 156, trovato dal Gruppo Fiat, per poter tornare a soddisfare quelle che erano le richieste di una clientela fortemente esigente quale quella che sempre si era rivolta alle vetture del Biscione.
Alcune versioni, in seguito, sono state rese disponibili anche con sistema differenziale di tipo Q2[4].
Il pianale utilizzato è il telaio Tipo 2 serie 3, utilizzato anche dalla Lancia Lybra, ma con la peculiarità delle sospensioni per le vetture Alfa Romeo, anche per Alfa 156 (e derivata Crosswagon), Alfa GT e dal concept Alfa Romeo Kamal, mai entrata in produzione.
Per quanto riguarda la sicurezza automobilistica, la 147 è stata sottoposta ai crash test dell'Euro NCAP nel 2001, totalizzando il punteggio di tre stelle.
Al momento del lancio erano disponibili tre motori a benzina: 1.6 16V da 105 cavalli, sempre 1.6 16V ma con variatore di fase che incrementa la potenza a 120 cavalli migliorandone la fluidità e 2.0 16V da 150 cavalli. Quest'ultimo propulsore aveva la particolarità di poter essere equipaggiato con il cambio robotizzato Selespeed derivato direttamente dall'esperienza nelle corse. Tutti questi tre motori erano dotati di tecnologia "Twin Spark", con due candele per cilindro.
Nel novembre 2002 fa il suo debutto la versione GTA, equipaggiata con il motore 3.2 V6 Busso portato a 250 CV già montato sulla 156 GTA[5]. [6] Alfa Romeo 147 GTA è presente nel videogioco di rally Colin McRae Rally e nel simulatore di guida per Playstation 2 Gran Turismo 4.
Per quanto riguarda le motorizzazioni a gasolio in un primo tempo l'unica unità disponibile era un 1.9 JTD Unijet da 110 cavalli portato dopo pochissimi mesi a 115 cavalli; nel novembre 2002 entrò a listino un nuovo motore il 1.9 JTD 16v da 140 cavalli seguito da un 1.9 JTD Unijet da 100 cavalli che rappresenta la versione d'ingresso alla gamma a gasolio.
In occasione del restyling, i JTD della gamma 147 subirono ritocchi di incremento di potenza, e migliorie varie; il 1.9 JTD Multijet da 140 cavalli beneficiò di un incremento di potenza di 10 cavalli, passando così a 150 cavalli, il 100 cavalli uscì dal listino, e il 115 cavalli, che fino ad allora era stato Unijet, passò a 120 cavalli, e reso Multijet ad 8 valvole. I tre motori a benzina rimasero invece invariati. La versione 1.9 JTDm 150cv è disponibile anche con differenziale Torsen Q2 che migliora la trazione in ogni condizione di guida. A fine 2007 ha debuttato una nuova versione del 1.9 JTDm da 170 cavalli con differenziale Q2 sulla serie speciale denominata Alfa 147 Ducati Corse. In seguito questo motore è stato reso disponibile anche sulla 147 Q2 normale mediante l'allestimento "Sport Pack".
Durante gli anni la 147 è stata disponibile in diversi allestimenti: Impression, Progression, Connect, Plug In, Distinctive (2001-2008), Exclusive (2004-2008), TI (2005 - 2008)BlackLine (2006-2008), "Q2" (2007-2010),Moving e New Progression (2009-2010).
Ne sono state presentate anche alcune versioni speciali: la "Ducati Corse", quella in collaborazione con la Ducati, in edizione limitata da 500 esemplari e la C'N'C Costum National, edizione limitata di 1000 esemplari, presentata al Salone di Francoforte nel 2007.
Sin dal 2003, è stato organizzato un campionato europeo monomarca per le Alfa 147 GTA in versione Cup dotate di motore Twin Spark da 220 CV. Nel 2005 questa competizione è stata affiancata al WTCC. In quell'anno vinse il pilota irlandese Eoin Murray.



sabato 31 agosto 2013

147

L' Alfa Romeo 147 (Progetto 937) è un modello di automobile costruito dalla casa automobilistica Alfa Romeo negli stabilimenti di Pomigliano d'Arco (NA). La 147, appartenente al segmento delle compatte a due volumi tre o cinque porte, sostituisce nella gamma la 145 e la 146.
Lanciata sul mercato italiano nell'ottobre 2000 nella versione a tre porte, seguita pochi mesi più tardi dalla versione a cinque porte dopo la presentazione al Salone dell'automobile di Ginevra del 2001,[1] ottenne subito un buon successo di critica e di pubblico che la portò ad aggiudicarsi nel 2001 il titolo di Auto dell'anno.
È uscita di produzione nel 2010[2] sostituita dalla nuova Alfa Romeo Giulietta. 
Il design della 147, ideato dai due designer Walter Dè Silva e Wolfgang Egger, si caratterizza per il frontale, in cui è riportato il classico trilobo Alfa Romeo dove spicca lo scudo Alfa Romeo centrale, e per la parte posteriore, in configurazione hatchback con ampio portellone.
Nell'ottobre 2004 la vettura è stata sottoposta ad un restyling, ad opera del solo Egger, che ha interessato soprattutto la parte anteriore e posteriore della vettura.
La linea è rimasta quasi invariata per quanto riguarda le fiancate; le modifiche hanno riguardato in particolar modo la parte anteriore e, in misura minore, il posteriore: è presente una nuova calandra, ribassata, di maggiori dimensioni e arricchita da fari di nuovo disegno, più classico rispetto ai precedenti. I proiettori, ora a forma di goccia, presentano una palpebra di vetro comprensiva di tre elementi circolari cromati su fondo nero; la presa d'aria sotto al cofano nella prima versione era divisa orizzontalmente, in quella successiva invece presenta una divisione verticale con le parti più esterne che ospitano anche i fendinebbia.
Vista posteriore della seconda serie
Nella parte posteriore i designer hanno ridisegnato il portellone e hanno apportato interventi leggeri sui fanali posteriori: i gruppi ottici si allungano in una configurazione più triangolare, sottolineati da una modanatura cromata.
Interno dell'abitacolo
All'interno la Nuova Alfa 147 conferma la sportiva e ribassata posizione di guida precedente mentre sono stati introdotti nuovi colori per la plancia bicolore: grigio su grigio e blu su grigio. Questi due abbinamenti vanno ad aggiungersi ai classici nero su nero, nero su grigio, nero su beige, anch'essi però rinnovati grazie all'introduzione di un goffrato più raffinato di grana "bufalo d'acqua". Nuova anche la grafica della strumentazione, nuova la sellatura a "cannelloni" dei sedili e del pannello della porta ed un inedito design dei poggiatesta posteriori che vengono ribassati per consentire maggiore visibilità.
Nel mese di novembre 2005 nasce la 147 serie 2, con ridotte differenze di contenuto rispetto alle precedenti. L'allestimento Progression a tre porte non ha più lo spoiler di serie, mentre tutti gli allestimenti Distinctive vengono dotati dei comandi radio al volante. Anche la versione Exclusive viene aggiornata nell'allestimento, mantenendo le ruote da 17" e sostituendo tutti i contenuti precedentemente elencati con il Connect Nav+ ed i comandi radio-telefono al volante.
Nel settembre 2006 viene invece presentata la 147 serie 3. Nulla varia sul fronte degli allestimenti e dei motori; la novità consiste nel ritorno dei baffi cromati sul frontale, scomparsi sul restyling; inoltre la griglia frontale è cromata ed è presente una cornice cromata sulla calandra; sparisce invece la modanatura cromata presente sulla parte inferiore del portellone posteriore. Vengono inoltre rivisitate alcune serie speciali.
A Novembre 2008 viene invece messa a listino la 147 cinque porte Serie 4.
Per questa vettura è stata adottata una soluzione particolarmente sportiva nonché costosa per la sua categoria, che difatti deriva da quella della sorella maggiore, l'Alfa Romeo 156, con sospensioni a doppio quadrilatero alto deformabili nella parte anteriore e MacPherson in quella posteriore. Soluzioni solitamente utilizzate per vetture di fascia molto più alta. Compromesso, come per la sorella maggiore 156, trovato dal Gruppo Fiat, per poter tornare a soddisfare quelle che erano le richieste di una clientela fortemente esigente quale quella che sempre si era rivolta alle vetture del Biscione.
Alcune versioni, in seguito, sono state rese disponibili anche con sistema differenziale di tipo Q2.
Il pianale utilizzato è il telaio Tipo 2 serie 3, utilizzato anche dalla Lancia Lybra, ma con la peculiarità delle sospensioni per le vetture Alfa Romeo, anche per Alfa 156 (e derivata Crosswagon), Alfa GT e dal concept Alfa Romeo Kamal, mai entrata in produzione.
Per quanto riguarda la sicurezza automobilistica, la 147 è stata sottoposta ai crash test dell'Euro NCAP nel 2001, totalizzando il punteggio di tre stelle.
Al momento del lancio erano disponibili tre motori a benzina: 1.6 16V da 105 cavalli, sempre 1.6 16V ma con variatore di fase che incrementa la potenza a 120 cavalli migliorandone la fluidità e 2.0 16V da 150 cavalli. Quest'ultimo propulsore aveva la particolarità di poter essere equipaggiato con il cambio robotizzato Selespeed derivato direttamente dall'esperienza nelle corse. Tutti questi tre motori erano dotati di tecnologia "Twin Spark", con due candele per cilindro.
Nel novembre 2002 fa il suo debutto la versione GTA, equipaggiata con il motore 3.2 V6 Busso portato a 250 CV già montato sulla 156 GTA[5]. [6] Alfa Romeo 147 GTA è presente nel videogioco di rally Colin McRae Rally e nel simulatore di guida per Playstation 2 Gran Turismo 4.
Per quanto riguarda le motorizzazioni a gasolio in un primo tempo l'unica unità disponibile era un 1.9 JTD Unijet da 110 cavalli portato dopo pochissimi mesi a 115 cavalli; nel novembre 2002 entrò a listino un nuovo motore il 1.9 JTD 16v da 140 cavalli seguito da un 1.9 JTD Unijet da 100 cavalli che rappresenta la versione d'ingresso alla gamma a gasolio.
In occasione del restyling, i JTD della gamma 147 subirono ritocchi di incremento di potenza, e migliorie varie; il 1.9 JTD Multijet da 140 cavalli beneficiò di un incremento di potenza di 10 cavalli, passando così a 150 cavalli, il 100 cavalli uscì dal listino, e il 115 cavalli, che fino ad allora era stato Unijet, passò a 120 cavalli, e reso Multijet ad 8 valvole. I tre motori a benzina rimasero invece invariati. La versione 1.9 JTDm 150cv è disponibile anche con differenziale Torsen Q2 che migliora la trazione in ogni condizione di guida. A fine 2007 ha debuttato una nuova versione del 1.9 JTDm da 170 cavalli con differenziale Q2 sulla serie speciale denominata Alfa 147 Ducati Corse. In seguito questo motore è stato reso disponibile anche sulla 147 Q2 normale mediante l'allestimento "Sport Pack".
Durante gli anni la 147 è stata disponibile in diversi allestimenti: Impression, Progression, Connect, Plug In, Distinctive (2001-2008), Exclusive (2004-2008), TI (2005 - 2008)BlackLine (2006-2008), "Q2" (2007-2010),Moving e New Progression (2009-2010).
Ne sono state presentate anche alcune versioni speciali: la "Ducati Corse", quella in collaborazione con la Ducati, in edizione limitata da 500 esemplari e la C'N'C Costum National, edizione limitata di 1000 esemplari, presentata al Salone di Francoforte nel 2007.
Sin dal 2003, è stato organizzato un campionato europeo monomarca per le Alfa 147 GTA in versione Cup dotate di motore Twin Spark da 220 CV. Nel 2005 questa competizione è stata affiancata al WTCC. In quell'anno vinse il pilota irlandese Eoin Murray.


venerdì 30 agosto 2013

146




L' Alfa Romeo 146 è una berlina costruita dalla casa automobilistica Alfa Romeo nello stabilimento di Pomigliano d'Arco (NA) tra il 1995 e il 2001.
La 146 venne presentata ufficialmente nel salone di Ginevra nel marzo 1995 andò ad affiancare la quasi coetanea Alfa Romeo 145 (presentata l'anno precedente), nel compito di sostituire l'ormai vecchia Alfa Romeo 33.
145 e 146, entrambe disegnate nel Centro Stile Alfa Romeo, si distinguevano tra loro, per essere una tre porte la prima e una cinque porte la seconda. Mentre quasi identica era la parte anteriore (differente era la mascherina tra i fari), grosse differenze si avevano sul posteriore, con coda quasi tronca per la 145, mentre "quasi tre volumi" poteva essere considerata la 146.
Nella progettazione delle due vetture si era partiti dalla base comune del telaio di un'altra autovettura del gruppo, la Fiat Tipo, cercando di mantenere in ogni caso i tratti distintivi della casa del biscione per quanto riguarda gli assetti più sportivi. Le sospensioni anteriori adottavano lo schema MacPherson, mentre il retrotreno era a ruote indipendenti. La 146 è una di quelle poche autovetture che ha montato motori\cambi disposti sia longitudinalmente (Boxer) sia trasversalmente (Diesel e Twin Spark). Alla commercializzazione, iniziata nel maggio 1995, la 146 montava i motori già disponibili sulla 145, cioè i boxer benzina, derivati dall'Alfa 33, di 1.351, 1.596 e 1.712 cm3 con potenze, rispettivamente, di 90, 103 e 129 CV, e un motore diesel da 1.929 cm3, già montato sull'Alfa Romeo 155 con una potenza di 90 CV. Due erano gli allestimenti disponibili, "base" ed "L", per le motorizzazioni 1.3, 1.6 e 1.9Td, mentre la 1.7 16v poteva essere ordinata solo nella configurazione più lussuosa. Esternamente si distinguevano per i paraurti non verniciati nella versione più povera e negli interni per tessuti e altri piccoli dettagli. Agli inizi del 1996 fu commercializzata versione "Ti" con il nuovo motore benzina 1970cc 16 valvole Twin Spark (con 2 candele per cilindro e variatore di fase) che già equipaggiava da qualche mese la 145 Quadrifoglio Verde e la 155.
Nel gennaio 1997 l'intera gamma venne rivista con l'arrivo dei nuovi motori Twin Spark nelle versioni 1.4 (1370cc), 1.6 (1598cc) e 1.8 (1747cc) che sostituirono i vecchi boxer, difficilmente adeguabili alle nuove direttive antinquinamento euro 2. Se esternamente le differenze si limitavano a coppe ruote e cerchi in lega di nuovo disegno, internamente fu ridisegnata interamente la plancia e adottati nuovi tessuti per i sedili. Nel settembre 1997 furono introdotti di serie l'ABS, e Airbag lato guida nonché una nuova versione denominata "Junior". Questa, equipaggiata solo con motore 1.4 e dal giugno 1998 anche con il 1.6, differiva dalle altre versioni, all'interno per tessuti specifici e all'esterno per cerchi in lega da 15", terminale di scarico cromato, assetto ribassato e minigonne laterali in tinta col fregio "junior". Inoltre vengono potenziati i propulsori 1.8 e 2.0. Nel 1999 la 146 venne sottoposta ad un ultimo restyling, prima di essere sostituita nel 2001 dall'Alfa Romeo 147. Questa volta le modifiche interessavano per lo più l'esterno con un nuovo disegno dei paraurti e della mascherina anteriore. I motori benzina restarono gli stessi (il 2.0 non era più disponibile per il mercato Italiano) mentre l'ormai obsoleto turbodiesel a precamera fu sostituito dal nuovo motore JTD da 1910 cm³ e 105 cv.



145



L'Alfa Romeo 145 è una autovettura compatta, prodotta dal 1994 al 2001 nello stabilimento di Pomigliano d'Arco (NA), come sostituta dell'Alfa Romeo 33. Per sostituire la 33 vennero presentati due modelli distinti: l'Alfa Romeo 145, berlina 3 porte 2 volumi, che nel suo primo anno di vita venne prodotta assieme alla 33 e l'Alfa Romeo 146, berlina 5 porte e 2 volumi e mezzo, la cui uscita nel 1995 sancì il definitivo pensionamento del modello precedente. La 145 aveva un'aria aggressiva, grazie al disegno di Chris Bangle, ed era basata sul pianale della Fiat Tipo. Inizialmente i motori furono i boxer derivati dalla 33 con cilindrata 1351 cm³, 1596 cm³ e 1712 cm³ con distribuzione a sedici valvole. Il motore di 1596 cm³ era una versione inedita e unica del famoso e collaudato boxer Alfa Romeo, ottenuta con la riduzione dell'alesaggio del 1712 cm³ a otto valvole montato sulla 33. Il motore diesel che equipaggiava la 145 era il 1929 cm³ 4 cilindri da 90 CV.
Lo schema meccanico risultava semplice e raffinato allo stesso tempo: motore trasversale con cambio in blocco, sospensioni anteriori a ruote indipendenti e sospensioni posteriori a ruote interconnesse[1]. Veniva costruita nello stabilimento di Pomigliano d'Arco.
Nel 1997 i motori boxer vennero sostituiti dai Twin Spark Pratola Serra,[2] più adeguati in termini di coppia alla massa della vettura e più parchi nei consumi, e nel 1999 i Turbodiesel a iniezione indiretta vennero sostituiti dai nuovi JTD di tipo Common Rail. Il motore Twin Spark da 150 CV e 2000 cm³ era lo stesso usato in altre vetture dell'Alfa Romeo contemporanee, come la GTV e la Spider, ed equipaggiava la versione Quadrifoglio Verde, nome usato dall'Alfa per designare i modelli di più elevate prestazioni sportive all'interno di una gamma.
I freni erano a disco anteriormente e a tamburo posteriormente sulle versioni meno potenti, ma se queste ultime erano equipaggiate con l'opzionale ABS i freni erano tutti a disco[3].
Nello stesso anno ci fu un aggiornamento generale della vettura: vennero modificati alcuni particolari esterni, come i fascioni paraurti e l'alettone posteriore con terza luce di arresto integrata (opzionale), e alcuni particolari degli interni, nella fattispecie le bocchette del sistema di aerazione e la strumentazione.
L'ultimo aggiornamento estetico fu effettuato nel 1999, con il ridisegno dei paraurti e di altri dettagli estetici, e l'adozione di serie dell'airbag lato guida.
Nell'autunno 2000 venne introdotta nel mercato l'Alfa Romeo 147 che però non sostituì immediatamente la 145: quest'ultima rimase sul mercato fino alla fine del 2001. 

Potenza delle varie versioni.
Prima serie (1994):
Motore Boxer:
1.3 8v: 90CV
1.6 8v: 103 CV
1.7 16v: 129 CV
Motore diesel:
2.0 TD: 90 CV
Versione QV (Quadrifoglio Verde) (1996):
145 QV Twin Spark:
2.0 16v: 150cv
Seconda serie (1997)
Motori Twin Spark:
1.4 TS: 103 CV
1.6 TS: 120 CV
1.8 TS: 140 CV
2.0 TS: 150 CV
Motore diesel:
1.9 JTD: 105 CV


COBRA




La Cobra è un'autovettura sportiva roadster prodotta dalla AC Cars e dalla Shelby Automobiles dal 1962.
La vettura venne messa in commercio con varie denominazioni, inizialmente come Shelby A.C. Cobra per diventare poi A.C. Cobra e infine Ford Cobra. La particolarità di quest'auto è data dal fatto che univa un motore Ford V8 e una carrozzeria inglese non troppo pesante; pesava infatti solo 1311 kg.
Tale vettura nacque inizialmente come un'intuizione di Carroll Shelby, in quanto egli voleva abbinare l'agilità dei telai inglesi alla potenza dei motori americani.
Nel 1964, per tentare di opporsi allo strapotere della Ferrari, venne montato sulla Cobra un nuovo motore di grossa cilindrata, il Ford type 427 Side Oiler da 7 litri, sviluppato originariamente per le gare NASCAR. Rispetto al precedente motore 289 che erogava 350 CV, il Side Oiler ne erogava 500. Oltre a ciò, su consiglio di Phil Remington, capo progettista della Shelby American, la vettura abbandonò il sistema di sospensioni a balestra per una configurazione a doppi triangoli. Questo perché il precedente sistema non permetteva di gestire al meglio la potenza della vettura.
Il primo prototipo della Cobra 427 venne realizzato nel 1965; dopo aver prodotto le prime 100 unità necessarie all'omologazione FIA, la vettura prese parte al campionato SCCA del 1966 nella classe A[1].
La produzione finale fu di 348 esemplari, di cui 88 in allestimento Corsa o Prova.
Tra le versioni più rare vi è la 427SC, un modello stradale con assetto da corsa prodotta in 31 esemplari.


PUNTO EVO






La Abarth Punto Evo è un'autovettura allestita da Abarth e realizzata sulla base della Fiat Punto Evo. È prodotta sulla stessa linea di Melfi (Pz), dove fino ad aprile 2010 veniva assemblata la Abarth Grande Punto. La nuova nata Abarth ha linee molto differenti dalla precedente Punto, maggior cavalleria ed estetica più evoluta. Per anch'essa è stato presentato il kit di elaborazione "esseesse". La Abarth Punto Evo da giugno 2010 ha preso il posto della Abarth Grande Punto e ad aprile 2012 è stata aggiornata e denominata Abarth Punto. La Abarth Punto Evo nasce da una rielaborazione tecnico-estetica della base Fiat Punto Evo. Lo stesso intervento era stato fatto per il modello precedente, la Grande Punto Abarth, ma in questa nuova interpretazione l'estetica è stata molto più esaltata e a livello motoristico i cavalli sono aumentati.Il posteriore della vettura mantiene sì i fanali standard Fiat, ma il paraurti è particolarmente sagomato e arricchito da un estrattore aria (simil F1). Le luci retronebbia e retromarcia vengono accoppiati in centro, e sui lati al loro posto nascono due prese d'aria. Stessa cosa per il paraurti anteriore, molto più sportivo e allargato, con altre due prese d'aria sui lati. Minigonne e passaruota su questa nuova versione sono in tinta carrozzeria, come lo spoiler posteriore e quindi non più di color nero. Appariscenti anche i nuovi cerchi, sempre da 17”, ma con trama a chela di Scorpione. Gli pneumatici sono sempre i Pirelli PZero nero 215/45.Il nuovo motore 1.4 (cilindrata 1368 cm3: corsa 84 mm x alesaggio 72 mm) Turbo Multiair da 165 CV raggiunti a 5.500 giri/minuto subentra al vecchio benzina 1.4 Turbo T-JET da 155 CV. La coppia max disponibile in modalità Sport è 250 Nm a 2500 giri/minuto e di 230 Nm a 2250 giri/minuto in Normal. La Abarth Punto Evo arriva così a dichiarare uno 0 a 100 km/h in 7,9 secondi (contro gli 8,2 della GPA) e una velocità massima di 215 km/h (contro i 208 km/h della GPA). Come per la Grande Punto Abarth i dati ufficiali risultano sottostimati. Infatti diversi test rilevarono un 7,8 nello 0-100 per la GPA, la stessa cosa vale oggi per la Abarth Punto Evo dove test severi, di note riviste automobilistiche, hanno riscontrato uno 0-100 in 7,5sec.
Anche il cambio è diverso, ora si tratta di un cambio meccanico C635 Gearbox 6 marce, con innesti più corti.
Il Pulsante Boost viene sostituito da un manettino, situato di fronte alla leva del cambio. Azionando la modalità Sport aumenta la pressione del Turbo che varia la coppia massima, indurisce lo sterzo e sensibilizza maggiormente l'acceleratore "drive by wire" elettronico (senza collegamento meccanico) e freni.
Rimane ancora in disponibilità il kit "esseesse" da 180 cv.
La Abarth Punto è stata presentata a Francoforte nel 2011. Da aprile 2012 ha sostituito la Abarth Punto Evo.
Se esteticamente la Abarth Punto è definibile come una Abarth Punto Evo senza prefisso "EVO", in realtà non è così, perché la Abarth Punto si presenta con una gamma diversa.
Al debutto, le versioni erano 3: Abarth Punto, la versione base, con motore da 165 CV, Abarth Punto Scorpione, serie limitata a 99 esemplari, con motore da 180 CV e la Punto Supersport, serie limitata a 199 esemplari, con motore da 179 CV.

GRANDE PUNTO



La Abarth Grande Punto è una autovettura prodotta dalla Abarth, realizzata sulla base della diffusa Fiat Grande Punto e prodotta nello stabilimento di Melfi (PZ). È commercializzata dalla Abarth in 26 concessionarie aperte nel 2007 e distribuite in modo più o meno uniforme nel territorio nazionale.
Le concessionarie Abarth sono anche officine autorizzate alla riparazione e "trasformazione" della Abarth Grande Punto "base" ai kit potenziato "AssettoCorse" ed "EsseEsse". Al salone dell'automobile di Ginevra 2008 è stato reso noto il comunicato stampa che presenta la strategia della rete ufficiale di concessionarie Abarth in Europa, attraverso cui verrà commercializzata la Abarth Grande Punto, insieme alla "sorella" Abarth 500, al di fuori dell'Italia. Nel 2010 è stata sostituita dalla versione elaborata della Fiat Punto Evo: la Abarth Punto Evo.
Prodotta su base Fiat Grande Punto (di cui mantiene gran parte dell'estetica), la Abarth Grande Punto è una reinterpretazione meccanica-tecnica del modello Fiat da cui deriva. Aldilà dei piccoli ma evidenti accorgimenti stilistici, le maggiori modifiche si concentrano nelle parti meccaniche e nel motore, nonché nelle soluzioni elettroniche adottate.
Il modello è stato presentato al pubblico al salone di Ginevra assieme al prototipo del modello "EsseEsse", e successivamente commercializzato a partire dall'ottobre 2007. In occasione del lancio sul mercato del kit di potenziamento "EsseEsse", la Abarth ha pubblicato una nuova sezione del sito ufficiale interamente dedicato ad esso, dove sono messe in evidenza le differenze di prestazioni fra la versione base da 155Cv e quella dopo lo step da 180Cv (Kit EsseEsse).
Il motore benzina è il 1.4 Turbo T-JET da 155 CV a 5.500 giri/minuto abbinato ad un cambio meccanico a 6 rapporti, che permette alla vettura di raggiungere una velocità massima dichiarata di 208 km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in 8,2 secondi. Il dato ufficiale relativo alle doti di accelerazione, però, risulta stranamente sottostimato dalla casa. Infatti, dai rilievi cronometrici effettuati, le riviste del settore sono pressoché concordi nell'attribuire alla vettura prestazioni migliori, rilevando tempi di accelerazione pari o inferiori a 7,8 secondi da 0 a 100 km/h e velocità massima pari a 215 km/h.Al centro della plancia è presente il tasto "Sport Boost" che cambia la mappatura della centralina elettronica del motore e delle varie componenti, portando la coppia da 206 Nm @ 5.000 giri/minuto, fino a 230 Nm già da 3.000 giri/minuto, indurendo inoltre lo sterzo e rendendo estremamente sensibile l'acceleratore (dotato di sistema Drive-By-Wire).
Per quanto riguarda l'aspetto telaistico e le doti di tenuta e di stabilità, all'anteriore a schema MacPherson è stata adottata una barra antirollio maggiorata di 19 mm mentre al posteriore è rimasto lo schema a ponte torcente; l'assetto è stato ribassato di 10 mm, il reparto sospensioni irrigidito del 20% e le carreggiate sono state allargate di 6 mm, rispetto alla versione standard di casa Fiat. Importanti sono anche le attenzioni riportate al reparto frenante mediante l'adozione di pinze fisse Brembo a doppio pistone all'anteriore, verniciate di rosso e con dischi autoventilanti da 305 mm di diametro, nonché ai sistemi elettronici rivisti totalmente per garantire un'ottima sicurezza anche a tale motorizzazione; questa scelta ha sollecitato numerose discussioni: infatti è stata decisione della Abarth non rendere disattivabile l'ESP che nell'occasione è stato totalmente rivisto e studiato per non interferire col carattere sportivo dell'auto, mentre per sopperire alle possibili ripartenze da fermo problematiche che possono essere causate dallo slittamento delle ruote in presenza di neve o ghiaccio e il conseguente intervento dell'elettronica a tagliare la potenza, il solo controllo di trazione ASR è rimasto comunque disinseribile tramite pulsante sulla plancia.[1] Gli accorgimenti estetici sono perlopiù aerodinamici e tecnici: alettone, paraurti, minigonne, estrattore d'aria posteriore, calandra e cerchi in lega di alluminio da 7" X 17" della misura 215/45 sono stati riprogettati, tuttavia lo stile dell'auto è rimasto complessivamente invariato lasciando inalterata la personalità del modello originario.
Per gli interni invece sono stati proposti elementi tecnici che risaltano l'indole corsaiola della vettura, come i sedili contenitivi con poggiatesta integrato, la pedaliera sportiva in alluminio, il volante con corona leggermente appiattita nella parte bassa ed un computer di bordo che presenta, fra le varie funzioni, un manometro digitale che indica lo stato della pressione della turbina mediante una barra a riempimento.
Il sistema di scarico dei gas dedicato culmina al posteriore sul lato sinistro dell'auto con due lunghi terminali appaiati e satinati, come richiamo alle Abarth del passato, insieme allo stesso design dei cerchi in lega e al profilo aerodinamico in plastica grezza di colore nero, che orla tutti e quattro i lati dell'automobile compresi i passaruota, esattamente come fu per la Autobianchi A112 Abarth, ultima creazione a cui partecipò in prima persona lo stesso fondatore Carlo Abarth e per altri modelli elaborati dal marchio.
Al salone dell'automobile di Francoforte nel 2007 viene presentato un prototipo su base Abarth Grande Punto che riportava la sigla "EsseEsse". Il prototipo era più una ricerca di stile e una proposta pubblicitaria al pubblico esponendo una possibile variante decisamente più sportiva del modello di serie Abarth. Il prototipo "EsseEsse", infatti, presentava una linea decisamente alterata rispetto al modello base presentando rilevantissime varianti estetiche, come la grande presa d'aria anteriore posta su un paraurti molto sporgente, e altri componenti che davano l'idea di un assetto di gran lunga più ribassato e interni molto sportivi con alcuni elementi dal design totalmente rivisto; proprio per questo inizialmente si pensava che oltre alle parti meccaniche il kit includesse anche non pochi componenti estetici.Al salone dell'automobile di Ginevra nel 2008, l'anno successivo alla presentazione del primo prototipo, viene presentata la versione definitiva di come sarebbe stata la versione EsseEsse del modello. Il nuovo prototipo era decisamente più sobrio del primo e molto più fedele alla linea del modello base, difatti gli accorgimenti estetici sono perlopiù rivolti a particolari di tipo tecnico anziché puramente estetico. Il prototipo, ormai in chiave definitiva, mostrava come si sarebbe veramente presentata la Abarth Grande Punto dopo il miglioramento dovuto al kit EsseEsse presentandosi quindi con un assetto ulteriormente ribassato, cerchi più grandi, una serie di rielaborazioni inerenti alla meccanica come sistema di scarico, filtro, sospensioni, l'elaborazione del motore fino al raggiungimento di 180cv e il particolare fregio "EsseEsse" sul portellone posteriore e sulla cover del motore.

500



La Abarth 500 è una autovettura sportiva prodotta dalla Abarth, su base Fiat 500, dal 2008.
La versione sportiva della "500" fu svelata al pubblico in occasione dell'inaugurazione della nuova sede Abarth nell'officina 83 di Mirafiori e, in seguito, presentata ufficialmente al salone dell'auto di Ginevra nel marzo del 2008.
La Abarth 500 differisce dal modello da cui deriva prevalentemente nella meccanica, oltre ad una serie di parti della carrozzeria appositamente studiate per vestire nel modo migliore il corpo vettura, migliorandone l'aerodinamica e adattandone l'aspetto al nuovo comportamento sportivo dell'auto.
Gli accorgimenti stilistici più evidenti sono le prese d'aria anteriori maggiorate, il paraurti anteriore con una bombatura maggiore per poter alloggiare la turbina della sovralimentazione e l'intercooler centrale, arrivando ad allungare la vettura di 11,9 centimetri rispetto alla versione normale, l'assetto ribassato e i cerchi specifici con misure da 16" a 17", le minigonne laterali e lo spoiler posteriore nonché un grande estrattore d'aria centrale, con integrato lo scarico a due uscite separate.
Come per le "sorelle" Abarth Grande Punto e Abarth Punto Evo, anch'essa è commercializzata in varie versioni che differiscono per estetica e prestazioni. Inoltre, come da tradizione per il marchio, vi è la possibilità di installare in qualsiasi momento uno dei tanti Kit di potenziamento proposti.
Il modello base è commercializzato da luglio 2008 (da novembre 2008 invece il modello "esseesse")[1] ed è dotato di un motore a 4 cilindri sovralimentato già omologato Euro 5, il noto 1.4 Tjet (1.368 cm³) 16 valvole da 135 CV a 5.750 giri/min con una coppia massima di 206 N m a 3.000 giri al minuto[2] in modalità "Sport" e di 180 N m a 2.000 giri al minuto in modalità "Normal".
Il pulsante per l'attivazione della modalità "Sport" posto nella plancia centrale.
L'auto è inoltre dotata di un nuovo dispositivo elettronico che sfrutta i medesimi sensori dell'ESP: il “TTC” (Torque Transfer Control), un sistema atto a ripartire la coppia motrice sulla ruota dell'asse anteriore con maggior trazione in curva, funzionando come un differenziale autobloccante[3]. Inoltre, l'attivazione del differenziale elettronico "TTC", disattiva in automatico il controllo antippattinamento dell'ASR.
La plancia centrale della versione con climatizzatore automatico. In basso al centro c'è il pulsante del "TTC" (differenziale elettronico "Torque Transfer Control")
La Abarth 500 ha molte dotazioni sportive inedite, come per esempio l'indicatore dei Bar della turbina (inserito in un quadro indipendente), o il G.S.I. (Gear Shift Indicator), strumento disponibile solo per versioni dotate del cambio manuale. Quest'ultimo segnala il giusto momento in cui cambiare marcia per ottenere una prestazione ottimale se si guida in modalità "Sport", mentre in "Normal" indica il momento di cambiare marcia per evitare un consumo eccessivo di carburante.
Dettaglio del dispositivo G.S.I. (Gear Shift Indicator) posto al centro dell'indicatore della turbina. Il sistema è disponibile solo per le versioni con cambio manuale.
Completano la dotazione di serie i sedili sportivi anteriori con poggiatesta integrato, volante sportivo e cambio in pelle, diffusore posteriore con doppio scarico cromato, i cerchi in lega sportivi da 16" e un impianto frenante specifico (dischi anteriori ventilati Ø284mm x 22, posteriori Ø240mm x 11). A richiesta è possibile avere il cambio automatico/sequenziale con comandi al volante MTA (Manual Trasmission Automatic). Le prestazioni dichiarate dalla casa produttrice riportano una velocità massima di 205 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h di 7,9 secondi (8,1 per la versione con cambio al volante elettroattuato MTA).
Le sospensioni, rispetto al modello della Fiat 500 da cui deriva, sono state ulteriormente abbassate e irrigidite, pur mantenendo lo schema classico "Mc Pherson" all'anteriore e il "Ponte Torcente" al posteriore. La vettura inoltre risulta equipaggiata di opportune barre anti-rollio, sia all'anteriore che al posteriore.


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giovedì 15 agosto 2013

BUICK

PARK AVENUE

BUGATTI

EB 110
VEYRON

BOXEL

P8

BMW

SERIE 1 (E81)
SERIE 1 (E87)
SERIE 1 (F20)
SERIE 1 (F21)
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SERIE 3 (E30)
SERIE 3 (E36)
SERIE 3 (E46)
SERIE 3 (E92)
SERIE 3 (E93)
SERIE 3 (E90/E91)
SERIE 3 (F30/F31)
SERIE 5 (E39)
SERIE 5 (E60/E61)
SERIE 5 (F10/F11)
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SERIE 5 GT (F07)
SERIE 6 (E24)
SERIE 6 (E63/E64)
SERIE 6 (F12/F13)
SERIE 7 (E38)
SERIE 7 (E23/E32)
SERIE 7 (E65/E66)
SERIE 7 (F01/02/04)
SERIE 8 (E31)
XI (E84)
X3 (E83)
X3 (F25)
X5 (E53)
X5 (E70)
X6 (E71/E72)
Z1
Z3
Z4 (E85)
Z4 (E89)
Z8

BIAGINI

PASSO

BERTONE

4x4
CABRIO/SUPERCABRIO
FREECLIMBER
X1/9 2° SERIE

BENTLEY

ARNAGE
AZURE
BERLINA
BROOKLANDS
CONTINENTAL
CONTINENTAL/AZURE
CORNICHE
T/T2

AUVERLAND

A2 

AUTO BIANCHI

A112
Y10

AUSTIN ROVER

MAESTRO
METRO
MINI
MONTEGO

AUDI

100/200/V8
80/90/CABRIO
A1
A2
A3 1° SERIE
A3 2° SERIE
A3 3° SERIE
A4 1° SERIE
A4 2° SERIE
A4 4° SERIE
A4 ALLROAD
A5/S5/CABRIO
A6 1° SERIE
A6 2° SERIE
A6 3° SERIE
A6 4° SERIE
A6 ALLROAD
A6 ALLROAD 2° SERIE
A7
A8 1° SERIE
A8 2° SERIE
A8 3° SERIE
COUPE/QUATTRO
Q5
Q7
R8
TT
TT 2° SERIE

ASTON MARTIN

CYGNET
DB S/V8
DB7
DB9
DBS
LAGONDA
RAPIDE
V12
V8 VANTAGE
VIRAGE
VIRAGE/V8/VANTAGE

ASIA MOTORS

ROCSTA

ARO

SERIE 10
SERIE 240

APAL

SPEEDSTER

AMG

SERIE S BERLINA

venerdì 26 luglio 2013

ALPINA-BMW

B10
B3 (98)
B3 (99-05)
B3 (2008-->)
B5 (2005-->)
B6 (2003-->)
D3 (2005-->)
ROADSTER
ROADSTER S

ALFA ROMEO

ACM

OFF 4WD SERIE 10

AC

ABARTH

FERRARI
FIAT
FISKER
FORD
FSO

YUGO
ZAZ
VOLGA
VOLKSWAGEN
VW MESSICO
VOLVO

UAZ
UMM

SAAB
SALEEN
SANTANA
SEAT
SHUANGHUAN
SKODA
SMART
SSANGYONG
SUBARU
SUZUKI

TALBOT
TATA
TORPEDO
TOYOTA
TVR

RAYTON FISSORE
RENAULT
ROLLS ROYCE
ROVER

P.G.O.
PAGANI
PANTHER
PEUGEOT
PONTIAC
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QVALE

NISSAN
NISSAN SPAGNA
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OLTCIT
OMAI
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OTO MELARA

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GREAT WALL

EPOCAR
EVANTE

FERRARI
FIAT
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DACIA
DAEWOO
DAIHATSU
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DE LA CHAPELLE
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DODGE
DONKERVOORT
DR
CADILLAC
CATERHAM
CHEVROLET
CHRYSLER
CITROEN
CORVETTE