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giovedì 26 febbraio 2015

SPIDER 1995


L'Alfa Spider è una roadster prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo a partire dal 1995, come erede del modello Alfa Spider Duetto divenuto l'icona dell'azienda milanese nel mondo delle autovetture sportive cabriolet. Rispetto alla progenitrice questa Spider, nata nel 1995, utilizza la trazione anteriore e fa parte del progetto Alfa Romeo 916 dal quale è nata anche coupé GTV. Questo modello venne prodotto fino al 2006, sostituito dalla Spider derivata dall'Alfa Romeo Brera.
La Spider venne presentata insieme all'Alfa GTV nell'autunno del 1994 al Salone dell'automobile di Parigi. Il modello è in pratica la versione roadster a due posti secchi (anziché essere una 2+2) della GTV[1] frutto di Enrico Fumia per il centro stile Pininfarina (basandosi sul concept Alfa Romeo Proteo del 1991). Dalla GTV, la spider si differenzia per la coda completamente ridisegnata rispetto al GTV che presenta il cofano del bagagliaio sdoppiato con doppia apertura per contenere la capote in tela multistrato[2]. I parafanghi posteriori benché presentino le medesime nervature del modello coupé possiedono un accordo con il cofano del baule differente. La lunghezza totale della Spider (916) è pari a 4.285 mm e 4.295 mm per le versioni ristilizzate prodotte dal 2003. Immutato il frontale che espone il classico scudetto con il logo della casa, mentre il cofano di forma triangolare ingloba i fanali sdoppiati anteriori. Il bagagliaio possiede un volume pari a 110 litri mentre il serbatoio contiene fino a 70 litri di carburante.
Il pianale è un evidente evoluzione della piattaforma Type 2 ridisegnato in particolare per incrementare la rigidità della struttura e la sicurezza automobilistica. Infatti sia la Spider che la sorella Gtv furono concepite per l'esportazione negli Stati Uniti d'America e per superarne i severi crash test, anche se poi non vi vennero esportate.
La rigidità torsionale della scoperta è inferiore di circa il 60% rispetto a quella dell'Alfa Romeo GTV; rimane comunque elevato lo standard di sicurezza passiva portata da sistemi a deformazione controllata e scatolati (sia avanti che dietro), longheroni rinforzati, montante anteriore ad alta resistenza concepito per ovviare ai rollbar. Come dotazione interne per la sicurezza troviamo doppio dispositivo airbag, cinture con pretensionatori, portiere con barre anti intrusione e sistema anti incendio FPS.
Per favorire il ripartimento dei pesi il cofano è stato realizzato in vetroresina, il serbatoio è posto esattamente sull'asse delle ruote posteriori, la ruota di scorta si ancora in verticale sulla lamiera che va a pesare sul retrotreno.

Gli interni, condivisi con la GTV, adottavano sulle prime serie plastiche di buona qualità ma penalizzate dalla scarsa cura degli assemblaggi. Con il primo importante restyling del 98 dove gli interni sono stati ridisegnati, anche le plastiche sono state sostituite. Le uniche differenze rispetto al GTV riguardavano il trattamento che subivano alcune plastiche della zona superiore dell'abitacolo per evitare eventuali danni causati dall'acqua. Il disegno della plancia centrale risultava molto moderno per l'epoca: i tre diffusori dell'impianto di climatizzazione erano di forma circolare ed erano posizionati verso la zona centrale-superiore; al di sotto di essi vi era la strumentazione accessoria composta da tre quadranti orientati verso il guidatore e, ulteriormente più in basso, i comandi del clima manuale o automatico e l'impianto stereo a cassette (in seguito a CD con navigatore GPS integrato a richiesta).

Il Progetto 916 venne prodotto dal debutto fino al 2000 presso lo stabilimento lombardo di Arese (Milano) di proprietà dell'Alfa Romeo fino a quando a causa della crisi di fine anni 2000 che investì tutto il gruppo Fiat, l'impianto venne chiuso e la Spider insieme alla sorella GTV vennero spostate presso gli impianti di San Giorgio Canavese (entrambi a Torino) di proprietà della Pininfarina[3] (già autore della linea dei 916). I modelli assemblati a Torino vennero lievemente aggiornati nell'estetica grazie all'aggiunta sulla fiancata del classico logo Disegno Pininfarina del carrozzerie torinese. La produzione dei 916 terminò ufficialmente nel 2005 dopo oltre 90.000 vetture assemblate.

La Spider subì due aggiornamenti nel corso dei suoi oltre 10 anni di produzione.

Restyling 1998
A tre anni dal debutto la Spider venne lievemente ristilizzata soprattutto negli interni dove debutta una nuova console dotata di inserti in plastica che imitano l'alluminio e un nuovo impianto di audio e navigazione denominato Connect, caratterizzato dal navigatore satellitare dotato di schermo a cristalli liquidi a pittogrammi con mappe pre-caricate su CD. Ridisegnati numerosi vani portaoggetti, ora più capienti, e migliorata l'efficienza del climatizzatore, ora disponibile anche in versione automatica. L'impianto frenante venne potenziato grazie all'introduzione di serie del ABS e dell'EBD, la sicurezza venne incrementata dalla presenza dei doppi airbag frontali e dal nuovo servosterzo idraulico che indurisce la manovrabilità dello sterzo alle alte velocità. Migliorata la qualità degli assemblaggi.
L'estetica venne migliorata dalla presenza di nuove prese d'aria frontali e laterali e dal nuovo scudetto con cornici cromate. Tra gli optional era disponibile un kit sportivo che introduceva gli spoiler frontali e laterali per migliorare l'aerodinamica del veicolo e nuove rifiniture interne all'abitacolo.

Restyling 2003
Il secondo e ultimo aggiornamento debuttò al Salone dell'auto di Ginevra nel marzo 2003 in cui Pininfarina modificò la zona frontale dell'auto, caratterizzata da una fanaleria circolare e uno scudetto di dimensioni maggiori. I nuovi fari garantivano una potenza superiore rispetto al passato ed era disponibile anche l'impianto allo xeno. Il telaio subì alcuni aggiornamenti alle sospensioni (ancora più rigide e sportive) e venne introdotto il controllo della trazione ASR di serie per i motori 2.0 JTS e 3.2 V6 mentre era a pagamento per il 2.0 T.S..

Monospider
Nel 1997 venne ideata una versione denominata Monospider. L'idea era quella di crearne un campionato monomarca come il "Gtv Cup" o di produrla in serie limitata a 500 esemplari. Si tratta di un' Alfa Romeo Spider, priva dei montanti anteriori e conseguentemente del parabrezza, si è aggiunto un rollbar come nelle monoposto da competizione, è assente il tetto ripiegabile e i sedili sono ti tipo da competizione con cinture a quattro punti. Diversi erano anche il sottoparaurti, le minigonne e posteriormente presenta un paraurti diverso con estrattore d'aria. Il propulsore dedicato era il 3.0 V6 24v portato a 230 cavalli. La velocità massima era di 252 km/h ed il 0-100 portato a 6.5 secondi.

Motorizzazioni
Le motorizzazioni al debutto erano due: il 2,0 litri aspirato Twin Spark, 150 cavalli ed il 3.0 V6 12 valvole da 192 cavalli. Diversamente dalla Gtv si optò per il 3.0 V6 in quanto essendo più docile rispetto al V6 Turbo si addiceva di più alle caratteristiche della scoperta. Ciò nonostante le prestazioni erano di rilievo, velocità massima di 225 km/h ed un 0-100 coperto in 7.3 secondi. Verso la metà del 1998 arrivarono nuove motorizzazioni: il 1.8 TS da 144 cavalli, mentre la 2.0 TS con variatore di fase, si portò a 155 cavalli.
Venne introdotto anche il pluripremiato 6 cilindri 2.0 turbo in versione da 202 cavalli, in sostituzione del 3.0 V6. Questo propulsore era sovralimentato da turbina Garrett T25 con dispositivo overboost, che consente di incrementare rispetto al valore dichiarato potenza e coppia motrice (fino ad oltre 230 cavalli) per un intervallo di tempo regolato dalla centralina, fornendo così una forte accelerazione extra e di avere degli spunti (non tanto da ferma per ovvia questione di turbo lag e trazione) tra i regimi di 4000 e 6000 giri al minuto davvero notevoli, paragonabili ad auto di cavalleria molto più elevata. Tale prerogativa del V6 Turbo fu studiata dalla casa per avere una elevata riserva di potenza in caso di sorpassi ed altre situazioni di emergenza (come si legge anche sul libretto in dotazione). Nel 1999 divenne la volta del 3.0 V6 24v da 218 cavalli. La velocità massima era di 233 km/h e l'accelerazioe da 0 a 100 km/h coperta in 6.8 secondi. Nel 2003 venne introdotto il 3.2 V6 ed il 2.0 JTS con omologazione Euro 4). È stato uno dei primi propulsori ad iniezione diretta di benzina high-precision messa a punto dalla Bosch ad entrare nei cofani di un'Alfa Romeo. Derivato dalla precedente unità Twin Spark questo rinnovato 1.979 cm³ disponeva di 165 cavalli e di una coppia massima di 206 N·m erogati a 3.250 giri/min. Migliori le prestazioni, garantendo lo stesso consumo di benzina della precedente versione TS. Il cambio manuale era a 5 rapporti. Il 3.2 V6 24 valvole è lo stesso che permette alla Gtv di divenire l'Alfa Romeo stradale più veloce con i suoi 255km/h prima del debutto della 8C Competizione. Nella versione Spider permette una velocità massima di 242 km/h, consentendo un 0-100 in 6.3 secondi e di coprire il chilometro da fermo in 25.8 secondi.

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