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martedì 3 febbraio 2015

ARNA



L'Alfa Romeo Arna (acronimo di Alfa Romeo Nissan Auto) è una berlina di segmento medio inferiore, costruita dalla casa milanese in collaborazione con la Nissan e prodotta dal 1983 al 1987.
Alla fine degli anni settanta, l'Alfa Romeo decide di proporre una vettura di classe medio-inferiore, al fine di inserirsi nel nuovo segmento di mercato, sostanzialmente creato dalla Volkswagen Golf, cui il gruppo Fiat ha risposto contrapponendo, anche se in ritardo, i nuovi modelli Fiat Ritmo e Lancia Delta.

Vista l'impossibilità di creare un'automobile nuova in tempi brevi, la dirigenza decide di creare una joint venture con la giapponese Nissan, creando un apposito stabilimento dove verranno assemblate le scocche del modello Pulsar, fornite dalla Nissan, con le meccaniche derivate dall'Alfasud.
L'accordo che costituisce la Alfa Romeo Nissan Automobili SpA, viene firmato a Tokyo, il 9 ottobre 1980, da Takashi Ishihara e da Ettore Massacesi, presidenti rispettivamente di Nissan e di Alfa Romeo (a quel tempo ancora proprietà dell'IRI).
La nuova unità produttiva viene costruita a Pratola Serra (AV) in tempi record, ma servirà ancora meno tempo per capire che questa operazione sarebbe stata ricordata come il più grave disastro industriale e commerciale nella storia dell'Alfa Romeo.
Dal punto di vista industriale, non appena si inizia concretamente l'assemblaggio dei prototipi, ci si accorge che le scocche Pulsar dovranno essere modificate per accogliere la meccanica Alfasud, il che comporterà un grave ritardo nella messa in vendita del modello, oltre ad un notevole aumento dei costi di produzione.
Dal punto di vista commerciale, è da registrare il (prevedibile) rifiuto degli "Alfisti" verso una linea di gusto orientale, ormai datata e distante anni luce dalle forme sportiveggianti ed aggressive che, sino ad allora, avevano contraddistinto le vetture del biscione. Il disegno della carrozzeria infatti richiama le più tradizionali forme delle vetture giapponesi, in particolare la stessa Cherry commercializzata in quegli stessi anni in Oriente con il marchio Nissan, esteticamente del tutto uguale alla Arna.
A salvare (minimamente) la situazione, la decisione presa di fronte ai ritardi del progetto e alla necessità di garantire produzione allo stabilimento di Pomigliano d'Arco, di realizzare una vettura con meccanica e pianale dell'"Alfasud": l'Alfa Romeo 33, che uscirà pochi mesi dopo.

L'Arna è stata costruita nelle versioni L (3 porte) ed SL (5 porte) dotate della motorizzazione Alfasud base, ovvero del boxer 1.2 da 63 CV. A queste, si affiancava la versione sportiva TI (3 porte) che, motorizzata con il più potente 1.3 da 86 CV, raggiungeva facilmente velocità superiori a 170 km/h.
Le prestazioni, confrontate ai concorrenti modelli dell'epoca, si posizionavano al vertice della categoria ed i lamierati, a struttura differenziata e trattati con metodo zincrometal, avevano in buona parte risolto gli annosi problemi di corrosione che avevano afflitto la precedente produzione Alfasud.
Tuttavia la vettura non incontrò il favore del pubblico e, dopo appena tre anni e mezzo di attività, la produzione venne definitivamente fermata nel 1987; prima decisione strategica della nuova dirigenza Fiat, divenuta proprietaria dell'Alfa Romeo in forza dell'accordo stipulato con Romano Prodi, allora presidente dell'IRI. Da quel momento il modello inferiore di gamma Alfa Romeo divenne la 33.
Anche a distanza di anni la poca appetibilità di questo modello risulta anche dal poco invidiabile premio raccolto di auto più brutta in un sondaggio lanciato da parte di un quotidiano nazionale sul suo sito.

La Nissan Cherry Europe GTI, non venduta in Italia, era identica all'Arna TI (ovviamente ad esclusione delle targhette identificative), ma aveva il motore Alfa Romeo 1.5 da 105 CV.

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